trio
Sotto il Sole di Sicilia, la sera


15.04.2025 |
307 |
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"Ogni centimetro della sua pelle era toccato, ogni suo respiro guidato da noi..."
La sera calò lenta, con il cielo che si tingeva d’arancio e le cicale che cantavano senza sosta. Il prosecco nel frigo era ormai alla fine, ma ne restava abbastanza per un brindisi che sapeva di promesse.
Stavamo rientrando nel camper dopo una passeggiata sulla spiaggia, ancora con la sabbia sotto i piedi. Giulia camminava davanti a noi, la mia maglietta che le arrivava appena sotto il sedere. Nuda sotto. Ogni passo era una tentazione. Matteo e io ci scambiammo uno sguardo carico di tensione.
Lei si voltò, le labbra socchiuse, gli occhi liquidi.
«Voglio voi due… insieme. Voglio sentirvi, uno alla volta, o anche…»
Non finì la frase. Non serviva.
Il letto era già pronto, con le lenzuola spiegate e l’aria tiepida della sera che entrava dalle finestrelle. Le luci erano soffuse, appena dorate. Giulia si spogliò lentamente, sotto i nostri sguardi, lasciando cadere la maglietta con un sorriso sulle labbra. Era bellissima: capelli sciolti, seni tesi, pelle dorata dal sole. Si sdraiò sul letto, spalancando le gambe, invitante e sfacciata.
Mi avvicinai per primo, inginocchiandomi tra le sue cosce. Matteo si mise dietro di lei, seduto sul letto, le accarezzava i capelli, il collo, il seno. Io la baciavo sul ventre, scendendo piano, fino al suo sesso già bagnato, caldo e pulsante. Le mie labbra, la mia lingua, le mie dita: ogni movimento la faceva fremere, e ogni gemito era più forte, più urgente.
Poi si sollevò e mi guardò negli occhi.
«Adesso voglio sentirti dentro, Giorgio. Voglio cavalcarti mentre lui mi guarda.»
Mi sdraiai sul letto, e lei si sedette su di me, prendendomi piano, centimetro dopo centimetro, lasciandosi cadere con un sospiro profondo. Le sue mani sul mio petto, i suoi fianchi che ondeggiavano in un ritmo ipnotico. Matteo le accarezzava la schiena, le sussurrava parole basse all’orecchio, e lei ansimava, muovendosi con sempre più foga.
La tenevo per i fianchi, la facevo salire e scendere su di me, finché il suo corpo iniziò a tremare.
Poi fu Matteo a prenderla da dietro, mentre lei era ancora su di me. Una danza lenta e fluida, dove le mani si intrecciavano, i respiri si mischiavano, e il piacere diventava qualcosa di totale. La baciavo mentre la sentivo vibrare, mentre lui la prendeva lentamente, e lei urlava il nostro nome.
Eravamo tre corpi uniti, senza confini. Ogni centimetro della sua pelle era toccato, ogni suo respiro guidato da noi. Quando venne, fu un’esplosione: il suo corpo si irrigidì, poi si sciolse tra noi, il sudore che colava, le unghie affondate nella mia schiena.
La abbracciammo entrambi, stesi nel silenzio, ascoltando solo il battito dei nostri cuori.
Restammo così, nudi, esausti e sorridenti, mentre fuori il mare continuava a raccontare storie. E sapevamo, senza bisogno di parole, che quella notte siciliana non l’avremmo mai dimenticata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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